mercoledì 27 novembre 2013

[Telefilm] The Walking Dead (season 2)

 

Buon pomeriggio, cari lettori, e benvenuti in un nuovo post!
Credo sia quasi un mesetto che non recensisco qualche serie tv, un po' perché ultimamente non ne ho finita neanche una, un po' per via della lunga pausa che mi sono presa e che è terminata proprio ieri; non so, sto seriamente pensando di rendere l'appuntamento con i telefilm bisettimanale, in modo tale da non esaurire subito la mia scorta! Eh sì perché mentre posso decidere io quando vedere un film o quante pagine al giorno leggere di un libro, l'uscita degli episodi e la loro successiva visione è legata a terzi: se consideriamo che esce un episodio a settimana, e che di solito una serie tv ha circa una ventina di episodi, comprenderete con me che ci vuole un bel po' prima di riuscire a recensire un nuovo telefilm. Comunque, per adesso cerco di mantenere l'appuntamento settimanale, vediamo come va.
Anche oggi il freddo non da tregua alla mia città, e stamattina, complice la mia completa intolleranza ai climi rigidi, sembravo pronta per esplorare l'Artide: canottiera, maglia, maglione, piumone, cappello, sciarpa, guanti, pantaloni, calzini lunghi e stivali. Praticamente ho quasi raddoppiato il mio volume consueto pur di conservare un po' di calore corporeo. Sfortunatamente, il freddo ha comunque vinto, soprattutto in facoltà: come ci si può dimenticare di accendere i termosifoni? Ma la cosa peggiore è che il cielo è completamente bianco, sembra quasi un cielo da neve, e considerando che qui nevica molto raramente (e con effetti drammatici sulla viabilità) sono leggermente preoccupata da cosa possa succedere. Anche voi siete perseguitati dal freddo? Ho bisogno di un po' di solidarietà!
Veniamo al dunque: la recensione di oggi.
Settimane fa, quando era ancora tempo di Halloween (piccolo inciso: lo so, la grafica è ancora quella di Halloween, ma cambierà presto, promesso) pubblicai i miei pensieri riguardo la prima stagione di The Walking Dead; siccome sono una grande fan dell'universo creato da Robert Kirkman, ho deciso di proseguire il filone delle recensioni riguardanti il mondo post-apocalittico in cui si svolgono le vicende della serie. Ecco a voi, quindi, i miei pensieri sulla seconda stagione di The Walking Dead. Ormai lo sapete, mi piace dirlo: parliamone!

La trama: la lotta per la sopravvivenza continua. Dopo aver abbandonato Atlanta, il gruppo di Rick decide di recarsi verso Fort Benning ma rimane intrappolato dalle auto abbandonate e subisce il passaggio di una mandria di zombie; Sophia, per sfuggire ad alcuni di questi abomini, si inoltra nel bosco, seguita immediatamente da Rick che, attirati i due zombie su di sé, dice alla bambina di tornare verso la strada. Tuttavia, al termine del passaggio della mandria, la bambina risulta scomparsa. Inoltre, durante le ricerche nel bosco, Carl viene ferito da un colpo d'arma da fuoco e trasportato nella fattoria di Hershel Greene. In quel luogo isolato, il gruppo sembra trovare il suo paradiso. Un'occasione per ricominciare a vivere normalmente. Ma esiste ancora normalità in un mondo in cui i morti si stanno sostituendo ai vivi?

Commenti vari&eventuali: quando riuscii a riprendermi dallo shock della fine della prima stagione, scoprii che in Italia era stata trasmessa anche una seconda stagione. Mai scoperta fu più apprezzata. Fomentata com'ero dal finale dei primi sei episodi, non potevo attendere altro tempo prima di immergermi nuovamente nell'apocalisse zombie.
La seconda stagione di The Walking Dead inizia, cronologicamente parlando, a ridosso del finale della prima; è lo stesso Rick a farci un riassunto di ciò che è avvenuto in precedenza, e lo fa parlando tramite il walkie-talkie e sperando che Morgan possa sentirlo per raggiungerlo. Un inizio di stagione spettacolare, ma che fa da preludio a un'improvvisa frenata. Anzi, direi proprio a un'inchiodata. Da quando il gruppo si trasferisce nella fattoria dei Greene, il ritmo della narrazione cambia: il posto è sicuro, gli zombie appaiono di rado, e gli episodi centrali sono un susseguirsi di situazioni di vita quotidiana. Viene mostrata l'umanità che cerca di andare avanti, nonostante tutto, e di riprendere i ritmi consueti. Certo, non mancano le tensioni all'interno del gruppo, prime fra tutte quelle causate dal triangolo Shane-Lori-Rick, così come non manca il mistero: che fine ha fatto Sophia? Per la prima metà della stagione, le ricerche della bambina proseguono e mi sento di dire, in tutta onestà, che sono fra i punti migliori. Gli unici, quantomeno, in cui troviamo un po' d'azione. Il tutto, ovviamente, fino al finale di metà stagione (episodio 7 della serie). Introdotto proprio in questa stagione, il finale di metà stagione segna, solitamente, un punto di svolta nella narrazione: il cambiamento fra prima e dopo è totale. Un cambiamento in positivo, dal mio punto di vista. Si torna ai ritmi di narrazione serrati, si torna a temere che i propri beniamini possano fare una brutta fine ogni volta che girano dietro un angolo: insomma, torna The Walking Dead. Gli episodi cominciano a susseguirsi in un crescendo d'azione e di tensione, portando con loro una carica emotiva che era mancata nella prima stagione - se si esclude, forse, l'ultimo episodio - e che culmina in maniera magistrale nel finale di stagione.
In questa nuova stagione facciamo conoscenza con nuovi personaggi, principalmente Hershel Greene e la sua famiglia, ed entriamo in contatto con una mentalità completamente differente da quella che lo show ci ha abituati a vedere: Hershel è un uomo anziano, un veterinario, un uomo profondamente di fede. Forse, è l'unico personaggio che conserva ancora la speranza. La speranza che tutto torni come prima, che venga scoperta una cura. Perché per lui gli zombie non sono dei morti che camminano, no: per lui sono semplicemente delle persone malate, e come tali vanno trattate. Malate, sì, ma soprattutto persone. Questo è forse uno degli spunti di riflessione più profondi che vengano suggeriti nel corso della serie tv: gli zombie sono ancora considerabili delle persone a tutti gli effetti? Su questa riflessione il gruppo inizia a spaccarsi, e forse anche il pubblico potrebbe trovarsi spiazzato se volesse provare a confutare l'una o l'altra visione: entrambi i punti di vista sono validi, uno basato sulla sopravvivenza, l'altro sull'umanità. Si può ancora parlare di umanità? A mio avviso, in questa stagione il gruppo di sopravvissuti inizia a perdere la propria umanità in maniera irrimediabile: piccole avvisaglie di una mentalità che cambia, che inizia a basarsi sul principio del mors tua, vita mea. Proprio l'introduzione di questi nuovi personaggi, con il loro vissuto - Hershel e la sua famiglia non se la sono passata male come il gruppo di Rick, sono rimasti uniti pur avendo subito delle perdite, hanno una fattoria e si trovano in un luogo relativamente tranquillo - e la loro spiritualità, consente allo spettatore di scoprire nuove pieghe nella personalità dei personaggi che ha conosciuto nella prima stagione. Alcuni più di altri appaiono corrotti dalla violenza in cui gli zombie hanno fatto precipitare il mondo, ma la vera domanda è: sbagliano davvero così tanto? Personalmente, mi sono trovata perfettamente d'accordo su alcuni ragionamenti di Shane, che è forse fra i personaggi più odiati di tutta la stagione. Eppure, a ben pensarci, mi sono sentita molto più partecipe al suo genere di ragionamento che a quello di Rick, che in questa serie appare, per buona parte, di un buonismo esagerato e a tratti irreale. Certo, sul finale anche lui mostra i primi segni del decadimento della sua umanità, anzi è forse il personaggio che ne mostra di più, tuttavia in lui il cambiamento avviene in maniera repentina, come se per tutta la durata della serie non avesse fatto altro che nascondere la sua vera personalità. In tutto questo, il personaggio di Lori è stato quello che ho detestato maggiormente: vera causa dei rapporti tesi fra i due ex-amici Shane e Rick, raggiunge in questa stagione il massimo dell'idiozia con il suo modo di agire e le sue reazioni sconsiderate.
La seconda stagione di The Walking Dead riesce ad eguagliare i livelli di pathos e di mistero della stagione precedente, senza tuttavia incorrere nel rischio di replicarne delle situazioni. Lo show si mostra sempre nuovo agli occhi dello spettatore, con nuove ambientazioni, nuovi personaggi e nuove situazioni. Gli zombie smettono di cercare di sfondare le vetrine con dei sassi e si tramutano in qualcosa di più complesso e, al tempo stesso, di più morto. Il livello del trucco è spettacolare, nulla a che vedere, a parer mio, con quello della prima stagione. E poi scopriamo un livello di organizzazione - possiamo parlare di socializzazione per qualcosa di morto? - ben diverso da quello visto precedentemente: le mandrie di zombie. Certo, anche ad Atlanta abbiamo assistito all'incredibile marea in putrefazione che si riversa nelle vie della città attratta da Rick e dal suo cavallo, tuttavia lì ci trovavamo in una metropoli in cui per forza di cose c'era un'alta concentrazione di zombie. Qui invece assistiamo a un fenomeno ben diverso: gruppi di zombie che si spostano in branco, apparentemente senza una meta ben definita, cacciando gli umani che trovano sulla loro strada. Quindi cosa dovremmo supporre, che gli zombie riescano a organizzarsi fra simili? Forse. Vero è che la mandria che compare sul finale di stagione sembra venir condotta da un misterioso elicottero - lo stesso che Rick aveva intravisto il giorno del suo arrivo ad Atlanta, forse - e questo apre tutta una serie di domande fra cui la principale è: c'è qualcuno dietro all'epidemia? Anche le nuove rivelazioni sulla malattia, che evito di elencare volendo evitare spoiler a chi magari non ha ancora visto la serie, portano con loro tutto un pacchetto di domande che, ovviamente, rimangono senza risposta. E dopo aver visto l'ultimo episodio di questa seconda stagione, il pensiero comune è: magari faranno sapere qualcosa di più nella prossima stagione, non vedo l'ora che la trasmettano. Good job AMC!

Note: la seconda stagione dello show si compone di 13 episodi, andati in onda in Italia fra il 2011 e il 2012, della durata di circa 42 minuti ciascuno. La terza stagione è già stata trasmessa mentre la quarta sta andando in onda in queste settimane. Con questa stagione, viene introdotta ufficialmente la suddivisione della stagione in due metà, con il temutissimo finale di mezza stagione che, come tutti i fan sapranno, porta sempre con sé qualche trauma. 
 
Con questo direi che per oggi le mie chiacchiere possono anche fermarsi qui, mi spiace se vi ho annoiati ma ho scoperto di aver più cose da dire di quanto pensassi; ovviamente, rileggendo la recensione mi accorgerò che non ho toccato dei punti fondamentali e mi maledirò, ma questa è una tappa ormai consueta quindi non ci faccio neanche più caso! Mi piacerebbe sapere la vostra opinione riguardo questa seconda stagione dello show, perché personalmente mi è piaciuta ma credo che non abbia raggiunto i livelli della prima stagione proprio per via di tutto quello spaccato di tranquillità che c'è stato nella prima parte della serie, principalmente: insomma, so che non ci si possono aspettare zombie ovunque, però la fattoria di Hershel era un po' troppo paradisiaca per i miei gusti! Se vi va lasciate un commentino qui sotto, sono sempre felice di leggerli e rispondere.
Al prossimo post e buon proseguimento di giornata!

1 commento:

  1. Ciao!!! Che piacere trovare (finalmente) una ragazza che segue TWD!!!

    Non mi dire che non hai ancora visto la terza stagione??!!! MA E' LA PIU' FAIGA DI TUTTE!!! *commento assolutamente di parte visto che sono innamorata del Governatore*
    **apparte il mio Darryl e la sua mitica balestra che sono ineguagliabili**
    Smettendola di fangirlare,hai ragione,la fattoria di Hershel è stata una momentanea "oasi felice" ma credo sia stato fatto del tutto volutamente per introdurre i nuovi personaggi poichè, il veterinario e le sue figlie diventeranno indispensabili nelle prossime stagioni...

    PS.
    Concordo anche su Lori (odiosa)

    Aspetto tuoi commenti sulla terza stagione ^__^

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