venerdì 23 agosto 2013

[Libri] L'isola della paura


La prima recensione su un nuovo spazio è sempre un evento emozionante, almeno per me; in un certo senso è come se mi ritrovassi a scrivere per la prima volta, portandomi dietro le incertezze di sempre: sarò in grado? Scriverò bene? Le solite, piccole paranoie che credo siano comuni a tutti coloro che si accingono a fare una cosa a cui tengono particolarmente. Sarà il libro che ho appena finito di leggere che mi ha fatto diventare più paranoica di quanto fossi? Chissà. Comunque, eccomi qui, pronta a recensire "L'isola della paura", un romanzo del 2003 scritto da Dennis Lehane. Senza ulteriori indugi...parliamone!

La trama: ci troviamo nel 1954. L'agente federale Edward "Teddy" Daniels viene chiamato ad indagare sulla scomparsa di Rachel Solando, una delle pazienti internate nell'istituto psichiatrico di Ashecliffe, installato a Shutter Island, un isolotto al largo di Boston; sullo stesso caso lavora anche l'agente Chuck Aule. Le circostanze in cui la paziente è scomparsa risultano fin da subito misteriose, e il personale del posto non sembra intenzionato a collaborare con i due agenti; nel frattempo un uragano si scatena su Shutter Island, interrompendo i collegamenti con la costa e segregando i due agenti in un luogo ostile e sempre più misterioso. Molte sono gli interrogativi che li assalgono: come ha fatto Rachel a scappare da quel posto? Dov'è ora? Ma soprattutto: cosa nasconde Ashecliffe? E perché Teddy sembra così interessato a scoprirne ogni aspetto più oscuro?

Commenti vari&eventuali: inizio dicendo che prima di leggere il libro (molto prima), ho visto il film, ed è stato amore a prima vista con quella pellicola. Inquietante, spettrale, con un fantastico Leonardo DiCaprio come protagonista e un cast di tutto rispetto; dal momento in cui vidi il film, decisi che avrei dovuto leggere il libro ad ogni costo, perché ero curiosa di incunearmi in maniera più approfondita in Ashecliffe e nei suoi occupanti, pazienti, inservienti e medici che fossero. Finalmente, circa un mesetto fa, ho avuto modo di mettere le mani sull'ebook di questo romanzo, ma sono riuscita a leggerlo solo da un paio di settimane a questa parte. Lo ammetto: sono rimasta delusa dalla lettura. Non che il libro sia brutto, o scritto male, è un romanzo godibile, particolare nel suo genere, eppure non mi ha dato nulla; leggendolo è stato come leggere il copione del film, né più né meno, con le battute di ciascun attore accanto alla situazione genericamente descritta. Probabilmente la mia delusione è dovuta al fatto che ho atteso e immaginato questo libro fin troppo, eppure l'ho trovato superficiale; speravo in qualche accenno alle vicende dei personaggi secondari, dei medici magari, o di qualche paziente: speranza vana. Gli accenni c'erano, è vero, ma non erano come me li ero aspettati. Ripeto: probabilmente il problema di fondo è aver idealizzato il contenuto del libro, ma la sua lettura mi è scorsa addosso senza lasciarmi nulla di più di quanto non mi avesse già lasciato il film. Lo stile comunque è scorrevole, questo è un romanzo che si legge piacevolmente e per gli appassionati del genere thriller psicologico può essere una buona lettura, anche se non la migliore. Sono giunta alla conclusione, comunque, che l'aspetto vacuo del libro sia una cosa voluta, perché in un certo senso noi siamo Teddy, noi vediamo e sentiamo tutto tramite lui, anche se il racconto non è in prima persona; se dunque l'autore ha volutamente scelto questo metodo narrativo, tanto di cappello. Resta però il fatto che personalmente avrei preferito leggere qualche approfondimento in più sui pazienti e sulle loro storie: lo ammetto, probabilmente è un atteggiamento un po' maniacale, ma sono fatta così, adoro scoprire il background di ogni personaggio. 
Tutto cambia, comunque, quando ci spostiamo a parlare degli ultimi quattro capitoli del romanzo. Cambia il ritmo, cambia il tono, o semplicemente ci sono finalmente quelle nozioni che aspettavo da tutto il libro: quattro capitoli mi hanno fatta emozionare più del resto del libro. Non sto esagerando se dico che i capitoli finali valgono la lettura di tutto il libro, ma per correttezza (chissà che non ci sia qualcuno che ancora deve leggere questo romanzo) non dico altro sulla conclusione del romanzo, se non che mi ha letteralmente messo i brividi, oltre a lasciarmi un senso di amarezza.

Note: la recensione è stata scritta a caldo, ho finito di leggere il libro circa un'oretta fa e mi sono subito precipitata a recensirlo. So che ad alcuni potrebbe non piacere come metodo ma io sono una da prime impressioni: se un libro mi piace, lo fa dopo un'ora che l'ho finito ma anche dopo un mese. Stessa cosa nel caso in cui il libro non mi piaccia. In conclusione, quindi, consiglierei questo romanzo? Ni. Lo consiglierei solamente per i quattro capitoli finali che meritano, a mio avviso, più dell'intero romanzo; se avete visto il film e come me vi aspettate quel qualcosa in più che solitamente un libro sa dare, non so cosa consigliarvi. Personalmente non ho trovato in questa lettura ciò che cercavo, purtroppo. Probabilmente, più in là, proverò qualche altro libro di questo autore, per vedere se è il suo stile a non intrigarmi o se magari sono stata sfortunata con questo libro.
Dato che ormai il mio blog ha anche un titolo e un tema, ho deciso di rendere graficamente il mio gradimento di un libro, così se qualcuno non ha voglia di leggersi le mie chiacchiere possa trovare subito espresso il mio giudizio a fine post; inauguriamo quindi il tazzometro!

2 commenti:

  1. Come ogni tua recensione e di serie tv che non vedo e leggo, ma di cui leggo la tua recensione mi riservo il dubbio del giudizio sul piacere o meno a me, non che non mi fidi, ma i gusti di ogni persone sono diversi :P anche se trovo le tue recensioni molto tentatrici e soprattutto fatte molto bene e chiaramente, e meritano la mia attenzione e i commenti :P
    Detto questo, ho sentito molti pareri su questo libro da altri che l'hanno letto, secondo me non è in se l'idealizzazione, ma entra in gioco il fattore dell'attore, Leonardo di Caprio è un grande attore soprattutto in ruoli come questi molto psicologici, ora prendiamo inception senza di lui, sarebbe niente....lo stesso il film tratto da questo libro, credo che in alcuni casi come questo un libro sia privo di significato, o non lascia la stessa impronta della caratterizzazione e dall'impronta recitativa di un attore, il Film merita, il libro per sentito dire no, ma vorrei leggerlo, ma probabilmente confermerò la tua recensione, alla prossima Niii

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    1. Come sempre grazie per aver espresso il tuo parere a riguardo e concordo sul fatto che Leonardo DiCaprio sia particolarmente adeguato a questi ruoli così "psicologici"! Detto questo, il libro come ho detto più volte non è completamente privo di significato, ma a mio avviso è uno di quei casi in cui la pellicola rende meglio della carta! Alla prossima!

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