Buon pomeriggio, cari lettori!
Mamma quanto mi mancava scrivere qualcosa su questo blog! La settimana passata è stata a dir poco intensa, per non dire caotica all'inverosimile, e sono strafelice di esserne uscita più o meno bene; certo, alcune questioni non si sono ancora risolte ma conto di concludere qualsiasi cosa nel giro di pochi giorni quindi...stringo i denti, incrocio le dita e spero che tutto si risolva al più presto. Comunque, sono tornata e, come ogni lunedì, riprendo con la recensione di un film; si tratta di "Rush", un film di Ron Howard (non credo serva elencare i capolavori sfornati da quest'uomo) del 2013. In realtà sabato scorso avrei preferito vedere "Elysium" al cinema, tuttavia non era il mio turno di scegliere e quindi la maggioranza ha preferito optare per qualcosa di più realistico e meno fantascientifico. Pazienza, mi rifarò prossimamente! Il bello di andare al cinema con gli amici è che spesso ti "costringono" a vedere film appartenenti a generi che non vedresti mai di tua spontanea volontà, o almeno così la penso io: ti aiutano ad ampliare i tuoi orizzonti, gli amici. Credo di essermi dilungata abbastanza, come al solito, quindi...parliamone!
La trama: questo film narra la storia della celebre rivalità sportiva sviluppatasi fra i piloti di Formula 1 Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth). Uno carismatico e affascinante, l'altro riservato e metodico, la loro rivalità si sviluppò fin dagli anni della Formula 3 e si estese per tutta la durata della loro carriera. Neanche il tragico incidente del 1976 al Nürburgring, che vide Lauda prigioniero delle fiamme per un minuto, riuscì ad affievolire lo spirito di competizione di questi due leggendari piloti di Formula 1.
Commenti vari&eventuali: ultimamente ammetto di aver problemi con le trame. Comunque, quella di questo film non ha assolutamente nulla di originale, dal momento che si limita a seguire e riportare abbastanza fedelmente la storia di Niki Lauda e James Hunt, due piloti di Formula 1 uniti da un rapporto di odio/amore degno dei migliori romanzi (un po' come Frodo e Gollum, non so). Forse questo è il primo punto che al cinema mi ha fatto storcere il naso: premettendo che non sono un'appassionata di Formula 1 (anzi, diciamo che non la concepisco proprio), quello che mi è mancato durante la visione del film è stata una storia di fondo che mi coinvolgesse. Per carità, da quello che mi hanno spiegato persone ben più addentrate in questo sport, il film è una cronaca fedele degli anni di rivalità fra i due piloti, tuttavia avrei preferito qualcosa di più romanzato, o quantomeno qualcosa che non si limitasse a mostrarmi spezzoni della vita (privata o meno) dei due protagonisti. Si tratta quindi di una storia già nota, anche a chi (come me) di Formula 1 ne capisce poco o niente, e questo toglie un po' la suspance, il gusto di capire cosa succeda dopo.
Bello l'inizio a due voci, con le diverse concezioni della Formula 1 incarnate dai due personaggi principali: Niki Lauda e James Hunt, rispettivamente interpretati da Daniel Brühl e Chris Hemsworth. Partiamo dal presupposto che i due attori scelti, vuoi per il trucco, vuoi per altro, assomigliano fisicamente in maniera quasi impressionante ai due veri piloti che interpretano; detto ciò, ritengo che la scelta del cast sia stata azzeccatissima, non solo (come ho già detto) per una questione di fisicità, ma anche e soprattutto per il modo di recitare dei due attori scelti. Hemsworth sembra nato per interpretare Hunt: di bell'aspetto, carismatico, capace di far cadere ai propri piedi qualsiasi donna, il nostro Thor versione pilota di Formula 1 ha tutte le carte in regola per incarnare alla perfezione il ribelle e seducente Hunt. E che dire di Brühl? Una recitazione impeccabile, interpreta il ruolo di Niki Lauda rendendolo reale e profondo. A mio avviso il personaggio di Lauda ha richiesto uno studio approfondito della personalità e del modo di comportarsi, studio che Brühl ha effettuato in maniera eccellente riuscendo a calarsi perfettamente nei panni del timido, riservato e metodico pilota. Perché diciamocelo: fra Hunt e Lauda, il personaggio più difficile da rendere è proprio il secondo. Bisogna comprendere a fondo la sua personalità, la sua voglia di riscatto verso quella famiglia che non l'ha assecondato nella sua scelta di perseguire un sogno, la sua determinazione a non mollare neanche in seguito al terribile incidente di cui è protagonista. Piccola noticina sul cast: nonostante il ruolo marginale, Pierfrancesco Favino è un perfetto Clay Regazzoni, con una recitazione pulita che a me tanto piace.
Per quanto riguarda la regia nulla da dire: non posseggo le conoscenze tecniche necessarie per recensirla ma Ron Howard è sinonimo di garanzia ed è forse l'unica cosa che mi ha spinto a vedere il film, seppur mi ci sono avvicinata con non poco scetticismo; mi è piaciuta molto l'idea di ricreare le immagini delle gare, elemento che ha reso graficamente continuo il film, senza variazioni di colore inevitabili nel caso in cui si fossero utilizzate immagini d'epoca. Allo stesso modo ho invece apprezzato la scelta finale del film: eviterò spoiler, ma l'ho trovata molto commovente, forse uno dei pochi punti in cui davvero questa pellicola mi ha fatto emozionare. Ho avuto invece problemi con l'audio del film, ma credo si tratti di una cosa personale: non sopporto, infatti, il rumore delle macchine da corsa e, per forza di cose, questo film ne è pieno. Sono uscita dalla sala del cinema che mi fischiavano le orecchie, davvero...
Note: il film ha una durata di 123 minuti, è uscito il 19 settembre nelle sale italiane e, attualmente, si trova ancora in programmazione. Personalmente credo che qualsiasi appassionato di Formula 1 lo troverà meraviglioso, perché in effetti visto ci sono sfumature e dettagli che magari vengono colti meglio da un fan rispetto a chi è completamente (o quasi) digiuno di questo sport. Dal canto mio, il primo tempo non mi ha per nulla appassionata: troppo lento, troppo schematico. Il secondo tempo invece è stato leggermente più appassionante, seppur di base l'assenza di suspance mi abbia tolto gran parte dell'entusiasmo. Ho impiegato un giorno in più per fare questa recensione perché, sinceramente, non ho ancora capito se questo film mi sia piaciuto o meno: non è un film che rivedrei, e a caldo lo avrei bocciato subito, eppure ripensandoci un po' non mi è dispiaciuto troppo.
Quindi, con questa indecisione, vi lascio al tazzometro di oggi e al trailer del film, curiosa di sapere il vostro parere su questa pellicola. Al prossimo post!
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