Buon pomeriggio, tazzottini e tazzottine!
Finalmente riesco a riprendere i ritmi soliti del blog, che meraviglia! I problemi della settimana scorsa sembrano essersi risolti, quindi per questa settimana niente interminabili file in segreteria o risse per decidere chi deve parlare prima...che meraviglia! Come procede la vostra settimana? A me fa strano pensare che siamo già a mercoledì: sembrerò una di quelle vecchiette che si incontrano sugli autobus, ma il tempo vola davvero! Comunque, oggi è mercoledì, e quindi come da programma è il momento di fare quattro Schiacchiere su qualche serie tv; senza indugiare oltre, vi presento quindi "Falling Skies", una serie tv americana di genere fantascientifico prodotta (udite udite) da Steven Spielberg...parliamone!
La trama: la Terra è stata invasa da una potente razza aliena, che ha neutralizzato ogni apparecchiatura elettronica e sterminato circa il 90% della popolazione globale, e i sopravvissuti hanno creato dei gruppi di resistenza. Questi alieni, denominati Skitter, utilizzano come manodopera bambini terrestri rapiti a cui hanno applicato l'impianto, un dispositivo in grado di influenzare i pensieri dei bambini, rendendoli mansueti e sottomessi. La serie segue le avventure di Tom Mason (Noah Wyle), ex professore di storia all'università di Boston, della sua famiglia e del nucleo di resistenza Seconda Massachusetts a cui essi sono aggregati.
Commenti vari&eventuali: come già dissi nella recensione di "Terra Nova" pubblicata qualche settimana fa, la presenza di Steven Spielberg è per me una garanzia sul prodotto e per adesso non ha mai deluso le mie aspettative. Mettiamoci poi che il genere fantascientifico è fra i miei preferiti, e avremo un mix perfetto!
Da dove iniziare? La trama della serie tv non è certo nulla di originale e ripropone la classica lotta fra bene e male, fra terrestri che vogliono riconquistare il loro pianeta e alieni per nulla intenzionati a cederglielo; in effetti, la serie tv inizialmente procede senza alcuna nota di eccellenza per quanto riguarda la storia narrata. C'è l'eroe che vuole tenere al sicuro la propria famiglia, il figlio timido, quello che vuole darsi da fare e si caccia nei guai, l'antagonista che poi alla fine si rivela un utile alleato, l'alleato che per un po' diventa antagonista e poi ritorna alleato: insomma, prendete i protagonisti di un qualsiasi film e sicuramente lo troverete qui dentro. Man mano che la trama va avanti, però, la trama inizia a farsi più fitta e lo spettatore è portato a ragionare, a porsi le stesse domande che anche i protagonisti si pongono: perché si comportano così? Cos'è quella cosa? E poi, quando finalmente la trama raggiunge l'apice di complessità e tu, spettatore, sei lì e fremi per sapere come andrà a finire, arriva il finale shock che ti lascia a bocca aperta. Un finale che al tempo stesso è chiuso, nel senso che conclude la trama sviluppatasi nel corso della serie, ma anche aperto, e ti spinge a seguire la seconda stagione della serie. Seconda stagione che, a differenza di tante altre serie, è stata prodotta! Nel complesso, comunque, ha un buon ritmo e la giusta suspance, quella che ti spinge a desiderare di vedere immediatamente l'episodio successivo alla ricerca di risposte.
Per quanto riguarda i personaggi, mi ritengo generalmente soddisfatta dal loro modo di agire e mi sembra che rispettino le più basilari norme delle reazioni umane davanti a determinati avvenimenti; certo, un professore universitario che fa strage di alieni magari può non risultare molto realistico, ma se lo si inserisce in un contesto di sopravvivenza questo fatto è già più accettabile. Ho apprezzato molto il fatto che le scene d'azione e quelle di riflessione si intreccino in maniera naturale fra loro, rendendo la serie diversa da uno sparatutto: ci sono gli alieni, è vero, e ci sono scene piene d'azione, ma nel corso di ogni puntata ci sono anche momenti dedicati allo "studio" e sono proprio quei momenti che riescono a introdurre lo spettatore in questo mondo post-apocalittico a 360°, che lo portano a ragionare e a porsi delle domande.
Per essere una serie televisiva, inoltre, credo abbia degli effetti speciali davvero niente male e, soprattutto, presenta degli alieni ben diversi dai classici omini grigi che siamo abituati a vedere, ma anche diversi dagli pseudo-rettili alla Visitors. Gli Skitter, infatti, assomigliano piuttosto a dei ragni giganti, con sei zampe inferiori e due superiori; ammetto di aver adorato il modo in cui gli sceneggiatori hanno scelto di rendere il rapporto fra questi alieni e i bambini rapiti. Questi, infatti, non li trattano come degli schiavi, bensì si rapportano con loro come se fossero i loro piccoli, proteggendoli dalle incursioni dei terrestri che vorrebbero riprenderseli; ho trovato molto tenera la scena dello Skitter che prima di dormire controlla che tutti i suoi "bambini" stiano bene, per poi accoccolarsi accanto a loro racchiudendoli fra le sue zampe. Una visione degli alieni "cattivi" inedita, che in un certo senso li rende molto più umani ai miei occhi. Se ve lo state chiedendo: no, non tifo per loro, però in un paio di occasioni ho sperato che si salvassero, ecco.
Note: la prima stagione di questa serie si compone di 10 episodi della durata di circa 45 minuti ciascuno. In Italia è stata trasmessa nel 2011 sul canale Fox e nel 2012 su Cielo, in chiaro. La serie non solo ha una seconda stagione già prodotta, ma anche una terza! La produzione della quarta stagione è stata inoltre annunciata nel luglio 2013. Adoro le serie con più di una stagione, perché riescono a sviluppare trame complesse degne dei migliori film! Attualmente io ho visto solo la prima serie ma mi sto attrezzando per seguire la seconda; mi scuso con gli eventuali lettori che hanno già visto la serie se la recensione non è completa, ma volendo evitare eventuali spoiler per coloro che non l'hanno vista mi sono tenuta molto sul generico.
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