mercoledì 31 luglio 2013

[Libri] World War Z


Dopo una lunga pausa, torno a imbrattare le pagine virtuali di questo blog per recensire un libro che mi ha colpita in maniera particolare: sto parlando di "World War Z. La Guerra Mondiale degli Zombi", un romanzo scritto nel 2006 da Max Brooks (già autore di Manuale per sopravvivere agli zombi). Premessa: fino alla scorsa estate io odiavo gli zombi. Più che odiarli, ne avevo il terrore (sempre per la solita storia che sono facilmente impressionabile). Poi, con la visione di The Walking Dead mi si è aperto un nuovo mondo e ho iniziato ad appassionarmi; attualmente, gli zombi sono fra le mie creature preferite. Comunque, tornando al libro: parliamone!

La trama: definire una vera e propria trama di questo libro non è, a mio avviso, possibile. Esso si basa, infatti, su una serie di interviste portate avanti da un non meglio definito agente della Commissione per il dopoguerra delle Nazioni Unite e organizzate in grandi capitoli che analizzano, in maniera cronologica, le varie fasi della guerra totale agli zombi, dalla nascita dell'epidemia con la ricerca del paziente zero fino ad arrivare alle somme tirate dagli intervistati. I vari capitoli sono quindi collegati fra loro in maniera cronologica, tuttavia all'interno dello stesso capitolo verrà affrontato e sviscerato lo stesso problema o lo stesso evento sotto diversi punti di vista. Seppur la lettura possa risultare frammentaria per via delle continue interruzioni (necessarie per fornire dettagli sul protagonista dell'intervista e sul luogo in cui si trova), questo artificio letterario contribuisce in maniera significativa a dare l'impressione di un vero e proprio rapporto scientifico più che di un romanzo. A volerne sintetizzare una trama, si potrebbe procedere così: l'umanità è appena uscita dal più grande conflitto a cui abbia mai preso parte, dopo un decennio di lotta agli zombi, e un agente della Commissione per il dopoguerra dell'ONU viene incaricato di redigere un rapporto dettagliato su questi dieci anni di apocalisse. Il fattore umano che inevitabilmente l'agente inserisce nel rapporto viene però scartato nella versione finale del rapporto, che si limita a riportare fatti, eventi e date in maniera fredda e impersonale; l'agente decide quindi di pubblicare i risultati del suo lavoro come un libro di memorie che raccoglie le testimonianze dirette di chi, quell'apocalisse, l'ha vissuta sulla propria pelle. Attraverso i racconti dei sopravvissuti, il romanzo tratteggia in maniera vivida e realistica (per quanto possa esserlo un racconto sugli zombi) l'evolversi della piaga nelle diverse zone della Terra.

Commenti vari&eventuali: avevo scelto questo libro come lettura estiva, ma dopo aver letto le prime cinquanta pagine lo avevo un po' abbandonato. La prima parte, con la storia del paziente zero, non era riuscita a coinvolgermi ed ero già convinta che questo fosse il classico libro che si prende e si mette sulla libreria a prendere un po' di polvere; un pomeriggio che non avevo niente da fare, però, ho ripreso a leggerlo e, nel giro di tre giorni, l'ho letteralmente divorato. Lo stile in cui è scritto, infatti, così immediato e quasi giornalistico, spinge il lettore ad andare avanti, a non fermarsi; le informazioni vengono somministrate un po' per volta e, quello che più mi è piaciuto, gli eventi raccontati si ricollegano fra loro. Non è raro, ad esempio, che un avvenimento solo accennato da uno dei protagonisti sia poi il fulcro centrale del racconto di un altro intervistato. Molte sono le domande che rimangono aperte, alcune ricevono risposte dopo pagine e pagine, altre almeno per me rimangono irrisolte, ma alla fine anche questo contribuisce a rendere il libro godibile. L'impressione generale che si ha mentre si scorrono le pagine di questo romanzo è proprio quella di star leggendo un rapporto scientifico, il che crea un livello di immedesimazione piuttosto alto: se non ci fossero gli zombi, la guerra descritta potrebbe tranquillamente essere avvenuta e quello potrebbe passare per un normalissimo resoconto. Anche se il libro si incentra molto sull'America e sulla sua liberazione, ho trovato molto azzeccato il modo in cui Brooks ha tratteggiato le reazioni delle altre nazioni del mondo: Cina, Russia, Giappone, Regno Unito, persino la Francia. Non mancano poi gli accenni ad altre nazioni, pur mancando delle testimonianze dirette. Dettagliata e piuttosto interessante anche la descrizione degli armamenti degli eserciti, degli addestramenti, delle tattiche (il capitolo sui cani del K-9 è fra i miei preferiti).

Note: avevo deciso di leggere il libro solo dopo aver visto il film tratto da questo. Il film è bellino, mi è anche piaciuto alla fin fine, ma dopo aver letto il romanzo la mia unica domanda è: perché? Cioè, perché chiamare il film come il libro se le due trame sono completamente slegate fra loro? Che un film non rispecchi completamente il libro da cui è tratto è normale, ma in questo caso a parte gli zombi (e il titolo) non ho trovato altri riferimenti al libro. Al di là di questa piccola considerazione personale, il libro è consigliatissimo. Se avete la possibilità, vi suggerisco l'ebook: consultare le note a fine libro e tornare alla pagina che si sta leggendo sarà molto più rapido.

5 commenti:

  1. Spero che questo mio post ti dia degli spunti per le tue letture future: http://wwayne.wordpress.com/2013/04/27/la-fine-di-un-era/.
    Per quanto riguarda il problema che hai sollevato (mi riferisco al confronto tra i libri e le loro trasposizioni cinematografiche), ho scritto un post anche su quest' argomento, anche se limitato ai romanzi di Bret Easton Ellis: http://wwayne.wordpress.com/2011/01/30/dal-libro-al-film-e-ritorno/.
    Se dovessi esprimere un parere più in generale, direi che i film tendono ad essere inferiori ai romanzi da cui sono tratti, ma alcuni film “tratti da” se vengono presi da soli, senza confrontarli con il romanzo risultano molto più godibili.
    Inoltre, possono aumentare la fama dei libri su cui si basano, quindi tutto sommato ritengo che i pro siano superiori ai contro.

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  2. Visto film e non letto il libro, (libro però lo voglio leggere dopo aver letto la tua recensione, raramente ho trovato film quasi fedeli a un libro, in questo caso da quello che hai scritto il libro merita piú del film(che per me e solo avere l'eroe del caso che salva il mondo) e soprattutto sono due cose ben diverse, anche se non letto vi consiglio prima il libro e poi il film, il film riporta il titolo solo per fare soldi, il libro sembra piú passionale bella recensione Niichan, attendo con ansia la prossima !!!!

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  3. Interessantissimo il tuo post, ho segnato un paio di note per qualche lettura futura!
    Per quanto riguarda il rapporto libro-film, essenzialmente la penso come te, ovvero che ci sono dei film che se presi a sé sono molto belli; tuttavia un minimo di confronto credo sia normale farlo, soprattutto quando un film si presenta come "tratto da". Generalmente non ho mai fatto questo genere di problemi, ma questo credo sia uno dei casi più eclatanti che mi sia mai capitato. In qualsiasi caso, concordo che possano aumentare la fama dei libri (ahime spesso poco presi in considerazione).
    Grazie mille per il commento (e per i consigli di lettura)!

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  4. Il libro te lo consiglio davvero, scorre bene e il continuo cambio di punto di vista rende la narrazione molto movimentata e mai noiosa; a mio avviso il libro vince sempre sul film, ma in questo caso parliamo di due prodotti completamente diversi, quindi alla fine, a onor del vero, va ammesso che meritano entrambi (se presi separatamente).
    Grazie per il commento, spero di non farti attendere mesi per la prossima recensione!

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  5. Grazie a te per i complimenti (che contraccambio) e per la risposta! : )

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