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lunedì 5 agosto 2013

[Film] World War Z



Dal momento che ho parlato del romanzo e ho citato questo titolo nelle note del post precedente, mi sembra corretto fare quattro chiacchiere riguardo questo film. Di chi parliamo? Di "World War Z" naturalmente, il film tratto dall'omonimo romanzo, diretto da Marc Forster e uscito nelle sale italiane il 27 giugno 2013. Già dal trailer avevo deciso che sarei dovuta andare a vedere questo film, non tanto per l'attore protagonista quanto per la maestosità di alcune scene (gli zombi che si accalcano sul muro...spettacolare), quindi pochi giorni dopo la sua uscita nelle sale italiane io e il mio povero amico di turno eravamo già in fila per vedere la pellicola. Come sempre...parliamone!

La trama: Gerry Lane (Brad Pitt), un ex-funzionario delle Nazioni Unite, sua moglie Karin (Mireille Enos) e le loro due figlie si trovano a bordo della loro auto, bloccati nel traffico di Philadelphia, quando la città subisce l'assalto di un'orda di zombie. Riuscita a fuggire alla città ormai completamente nel caos, la famiglia Lane viene ospitata a bordo di una nave federale a patto che Gerry faccia parte della squadra in partenza al seguito di un giovane dottore, il virologo Fassbach, avente la duplice missione di trovare il paziente zero e al tempo stesso scovare un rimedio che possa fermare questa piaga mondiale. Volendo tenere la famiglia in un posto sicuro, Gerry accetta e parte per questa missione che lo porterà ad esplorare un mondo devastato dalle orde di zombi che sembrano imbattibili. Sarà davvero così? Il mondo sarà davvero spacciato?

Commenti vari&eventuali: già solo leggendo queste quattro righe di trama che ho buttato giù ci si può facilmente rendere conto di quanto il film differisca dal romanzo da cui dice di essere tratto. Innanzitutto ha un protagonista, Gerry, interpretato da un Brad Pitt dal capello sempre perfetto nonostante l'apocalisse zombi, in cui solitamente acqua e sapone scarseggiano; al di là dello stereotipo del protagonista bello e perfetto, che risolve tutta la situazione pur non avendo grandi conoscenze mediche o altro, la vera domanda che guardando il film chiunque dovrebbe porsi è la seguente. Perché, in nome di tutto ciò che è buono sulla Terra, qualsiasi posto visitato da Brad Pitt finisce male? Una volta è un caso, due volte una fatalità, alla terza volta che succede ci si inizia a porre qualche domanda. Ci sono posti che resistono da quando l'apocalisse è iniziata, in cui si sono limitati i danni, posti sicuri! Arriva lui, e la cosa migliore che può succedere è che la popolazione venga decimata dagli zombi. Per non parlare della squadra con cui parte! Capisco che questo sia un film apocalittico, ma la faccenda ha dell'incredibile! Tornando seri, credo che il miglior modo di valutare questo film sia far finta che sia un'opera originale e che non abbia nulla a che vedere con il romanzo: preso così, il film è piuttosto godibile, al di là dei cliché in cui spesso cade. Ha una trama lineare, anche se a tratti scontata a mio avviso, ma affronta gli zombi nella maniera che piace a me: con tanto pathos ma poche scene splatter (se siete amanti del sangue che schizza ovunque, non fa completamente per voi questo film). La soluzione suggerita dal film, tuttavia, non mi ha entusiasmata e mi è sembrata un po' troppo un deus ex machina, un modo per concludere il film senza fornire altre spiegazioni. Belli gli effetti speciali e bella anche l'idea degli zombi che corrono e non si limitano a trascinarsi lentamente in giro per il mondo. E poi sul finale, ecco la sorpresa: Pierfrancesco Favino! Fenomenale, e non ho nulla da aggiungere su di lui, anche se potevano evitare di fargli fare la classica parte di quello che fa casino...

Note: la durata del film è di 116 minuti, che alla fine scorrono anche piuttosto piacevolmente visti i rapidi cambi di scenario e le scene d'azione che si susseguono. Come ho già detto, questo film va preso a sé, come se non fosse tratto dal romanzo di Max Brooks, seppur credo abbia contribuito a rendere noto il romanzo stesso: io per prima ho letto il libro solo dopo aver guardato il film, senza sapere che i due differivano così tanto fra loro. So che il film veniva proiettato sia in 3D che in versione normale; io l'ho visto in versione normale, e a mio avviso non serviva un 3D, forse poteva dare una profondità maggiore alla scena ma sono una fan del 3D spettacolare, di quello con le cose che sembra ti vengano in faccia, e questo film secondo me non offriva scene del genere. Anche se ormai il film dovrebbe essere uscito dalle sale, metto il trailer, nel caso in cui qualcuno non lo avesse visto.





mercoledì 31 luglio 2013

[Libri] World War Z


Dopo una lunga pausa, torno a imbrattare le pagine virtuali di questo blog per recensire un libro che mi ha colpita in maniera particolare: sto parlando di "World War Z. La Guerra Mondiale degli Zombi", un romanzo scritto nel 2006 da Max Brooks (già autore di Manuale per sopravvivere agli zombi). Premessa: fino alla scorsa estate io odiavo gli zombi. Più che odiarli, ne avevo il terrore (sempre per la solita storia che sono facilmente impressionabile). Poi, con la visione di The Walking Dead mi si è aperto un nuovo mondo e ho iniziato ad appassionarmi; attualmente, gli zombi sono fra le mie creature preferite. Comunque, tornando al libro: parliamone!

La trama: definire una vera e propria trama di questo libro non è, a mio avviso, possibile. Esso si basa, infatti, su una serie di interviste portate avanti da un non meglio definito agente della Commissione per il dopoguerra delle Nazioni Unite e organizzate in grandi capitoli che analizzano, in maniera cronologica, le varie fasi della guerra totale agli zombi, dalla nascita dell'epidemia con la ricerca del paziente zero fino ad arrivare alle somme tirate dagli intervistati. I vari capitoli sono quindi collegati fra loro in maniera cronologica, tuttavia all'interno dello stesso capitolo verrà affrontato e sviscerato lo stesso problema o lo stesso evento sotto diversi punti di vista. Seppur la lettura possa risultare frammentaria per via delle continue interruzioni (necessarie per fornire dettagli sul protagonista dell'intervista e sul luogo in cui si trova), questo artificio letterario contribuisce in maniera significativa a dare l'impressione di un vero e proprio rapporto scientifico più che di un romanzo. A volerne sintetizzare una trama, si potrebbe procedere così: l'umanità è appena uscita dal più grande conflitto a cui abbia mai preso parte, dopo un decennio di lotta agli zombi, e un agente della Commissione per il dopoguerra dell'ONU viene incaricato di redigere un rapporto dettagliato su questi dieci anni di apocalisse. Il fattore umano che inevitabilmente l'agente inserisce nel rapporto viene però scartato nella versione finale del rapporto, che si limita a riportare fatti, eventi e date in maniera fredda e impersonale; l'agente decide quindi di pubblicare i risultati del suo lavoro come un libro di memorie che raccoglie le testimonianze dirette di chi, quell'apocalisse, l'ha vissuta sulla propria pelle. Attraverso i racconti dei sopravvissuti, il romanzo tratteggia in maniera vivida e realistica (per quanto possa esserlo un racconto sugli zombi) l'evolversi della piaga nelle diverse zone della Terra.

Commenti vari&eventuali: avevo scelto questo libro come lettura estiva, ma dopo aver letto le prime cinquanta pagine lo avevo un po' abbandonato. La prima parte, con la storia del paziente zero, non era riuscita a coinvolgermi ed ero già convinta che questo fosse il classico libro che si prende e si mette sulla libreria a prendere un po' di polvere; un pomeriggio che non avevo niente da fare, però, ho ripreso a leggerlo e, nel giro di tre giorni, l'ho letteralmente divorato. Lo stile in cui è scritto, infatti, così immediato e quasi giornalistico, spinge il lettore ad andare avanti, a non fermarsi; le informazioni vengono somministrate un po' per volta e, quello che più mi è piaciuto, gli eventi raccontati si ricollegano fra loro. Non è raro, ad esempio, che un avvenimento solo accennato da uno dei protagonisti sia poi il fulcro centrale del racconto di un altro intervistato. Molte sono le domande che rimangono aperte, alcune ricevono risposte dopo pagine e pagine, altre almeno per me rimangono irrisolte, ma alla fine anche questo contribuisce a rendere il libro godibile. L'impressione generale che si ha mentre si scorrono le pagine di questo romanzo è proprio quella di star leggendo un rapporto scientifico, il che crea un livello di immedesimazione piuttosto alto: se non ci fossero gli zombi, la guerra descritta potrebbe tranquillamente essere avvenuta e quello potrebbe passare per un normalissimo resoconto. Anche se il libro si incentra molto sull'America e sulla sua liberazione, ho trovato molto azzeccato il modo in cui Brooks ha tratteggiato le reazioni delle altre nazioni del mondo: Cina, Russia, Giappone, Regno Unito, persino la Francia. Non mancano poi gli accenni ad altre nazioni, pur mancando delle testimonianze dirette. Dettagliata e piuttosto interessante anche la descrizione degli armamenti degli eserciti, degli addestramenti, delle tattiche (il capitolo sui cani del K-9 è fra i miei preferiti).

Note: avevo deciso di leggere il libro solo dopo aver visto il film tratto da questo. Il film è bellino, mi è anche piaciuto alla fin fine, ma dopo aver letto il romanzo la mia unica domanda è: perché? Cioè, perché chiamare il film come il libro se le due trame sono completamente slegate fra loro? Che un film non rispecchi completamente il libro da cui è tratto è normale, ma in questo caso a parte gli zombi (e il titolo) non ho trovato altri riferimenti al libro. Al di là di questa piccola considerazione personale, il libro è consigliatissimo. Se avete la possibilità, vi suggerisco l'ebook: consultare le note a fine libro e tornare alla pagina che si sta leggendo sarà molto più rapido.