martedì 10 settembre 2013

[Film] Zero dark thirty


Buon pomeriggio, cari lettori!
Mi spiace di non essere riuscita a caricare ieri il post con la recensione del film ieri, ma fra l'esame e la palestra sono tornata a casa che ero distrutta e non riuscivo ad articolare bene i pensieri, figuriamoci se ero nelle condizioni di scrivere qualcosa; come per la recensione di mercoledì scorso, recuperata il giorno seguente, quella di ieri la recuperiamo...adesso! Prima di introdurvi del film di oggi vorrei ringraziare tutti coloro che hanno iniziato a seguirmi in questi giorni: sembrerò falsa, ma credetemi se vi dico che ogni persona che si aggiunge ai lettori, o alla mia pagina facebook, ma anche ogni semplice visualizzazione in più, per me è un traguardo e una gioia inimmaginabile! Quindi grazie a tutti voi, spero di potermi migliorare sempre di più e di continuare a sfornare articoli che siano di vostro gradimento. Detto questo, torniamo al film di oggi: si tratta di "Zero dark thirty", un film del 2012 diretto da Kathryn Bigelow. Parliamone!

La trama: liberamente ispirato alla più grande caccia all'uomo degli ultimi tempi, il film si snoda attraverso un decennio mostrandoci tramite gli occhi di Maya, una giovane analista della CIA, tutti i retroscena che hanno condotto all'individuazione di Osama bin Laden e alla sua eliminazione, avvenuta il 2 maggio del 2011 ad opera degli uomini del DEVGRU. 

Commenti vari&eventuali: come potete notare, riassumere la trama è piuttosto complesso, e le poche righe che sono riuscita a scrivere non sono altro che una superficiale infarinatura su ciò che troverete in questo film. Questo perché "Zero dark thirty" è un film complesso e che si sviluppa in maniera articolata, e non potrebbe essere altrimenti visto il lasso temporale che copre: dagli attentati alle Torri Gemelle (di cui domani ricorre l'anniversario) all'uccisione di Osama bin Laden, dieci anni in cui un gruppo di analisti della CIA, fra cui la protagonista del film, ha sacrificato il proprio tempo e, in alcuni casi, la propria vita dando la caccia ad un uomo che sembrava un fantasma. Maya (interpretata nella pellicola da una splendida Jessica Chastain) è un'agente che nel 2003 viene inviato in uno dei black sites della CIA in Pakistan; qui assiste agli interrogatori di uno dei prigionieri, seppur palesemente riluttante all'utilizzo delle torture (o, per dirla con i termini della CIA, enhanced interrogation techniques, ovvero "tecniche di interrogatorio rafforzate"), e qui ha inizio la sua ossessione per Osama bin Laden. Sì, perché la protagonista di questo film dimostra di avere una vera e propria ossessione per l'uomo a cui da la caccia, sacrificando dieci anni della propria vita alla ricerca di ogni singolo indizio che possa indicare il luogo in cui quello si è nascosto: non la fermano le minacce, gli attentati, non la ferma la morte dell'amica Jessica. Non ha amici, non ha una famiglia. La sua vita è tutta dedicata al lavoro, e questa ricerca la divora, svuotandola di ogni minima traccia di umanità; Maya, nel corso della pellicola, appare sempre più fredda, cinica, si veste e si comporta come un uomo visto l'ambiente in cui si muove. Vive solamente in funzione del suo uomo, portando avanti un'estenuante caccia per dieci anni. E poi, quando finalmente la missione del 2 maggio si conclude, ecco un nuovo punto di svolta: Maya piange. E in quel pianto io ci ho visto amarezza, forse disperazione, non solo per le vite sacrificate al raggiungimento dell'obiettivo, ma anche per quei dieci anni che nessuno potrà ridarle indietro: ha visto cose che l'hanno cambiata radicalmente, sa cose per cui potrebbe essere uccisa, ma soprattutto non ha più uno scopo nella vita. In un certo senso, assieme a bin Laden muore anche Maya dal momento che a lui, alla sua caccia, aveva dedicato la propria vita.
Da notare come l'azione, in questo film, non sia fine a se stessa. Le scene crude, come ad esempio quelle delle torture, o le stesse scene d'azione, sono sempre provocate da una motivazione reale, concreta: non sono messe lì per spezzare la monotonia delle scene di dialogo, ma sono lì perché sono funzionali ad esse. La pellicola non narra le imprese del Team Six dei Seals che ha assaltato al compound, o meglio, le narra ma solo come diretta conseguenza di tutte le indagini e le analisi compiute nelle scene precedenti. Con questo non voglio dire che le scene d'azione non ci sono: ci sono, e trasmettono un'adrenalina palpabile. Al tempo stesso, però, questo non è definibile un film d'azione, perché la maggior parte della trama ha un ritmo scandito dai tempi delle indagini; quest'alternanza fra azione e riflessione crea una tensione che accompagna lo spettatore fin dalle prime scene di "Zero dark thirty" e che non lo abbandona fino alla conclusione del film. In un certo senso, questo film ha una visione femminile di questi dieci anni di caccia all'uomo, una visione riflessiva necessaria dato che a muovere le fila del film è proprio una donna, Maya, l'unica, probabilmente, che non perde mai la speranza di rintracciare il suo uomo.
Molti accusano questo film di avere intenti propagandistici, ma personalmente ritengo che solo un'analisi superficiale possa portare a questa conclusione; la pellicola presenta invece una critica, neanche troppo velata, verso quelle tecniche di interrogatorio rafforzate che la CIA si sentì in dovere di utilizzare, credendo che avrebbero prodotto risultati concreti nel minor tempo possibile. Allo stesso modo, questo non è un film denuncia. "Zero dark thirty" ha il ritmo di un documentario incentrato sulle ricerche di bin Laden: si limita a mostrare fatti, eventi più o meno crudi, senza schierarsi palesemente da una parte o dall'altra. Che i fatti riportati in esso siano o meno legati a ciò che è realmente successo, è un dettaglio trascurabile: a mio avviso rimane un thriller mozzafiato, capace di tenere lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo pur avendo un finale già noto.

Note: il film ha una durata di 157 minuti, necessari visto l'arco di tempo coperto. Nel 2013 ha vinto l'oscar come miglior montaggio sonoro e ha ottenuto altre quattro nomination come miglior film, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. La pellicola è uscita il 7 febbraio del 2013 nelle sale italiane. Personalmente l'ho trovata molto avvincente e sono rimasta a dir poco affascinata dalla figura di Maya, questa donna dal carattere forte e determinato che ha sacrificato tutta se stessa pur di raggiungere il proprio obiettivo, anche trovandosi a doversi far largo in un ambiente maschilista. Piccola curiosità per chi fosse interessato: zero dark thirty, in gergo militare, indica la mezzanotte e mezza, ovvero l'orario in cui nel maggio del 2011 scattò l'operazione che portò all'uccisione di Osama bin Laden.

1 commento:

  1. Visto il film e anche a me è piaciuto tantissimo, lei come regista la adoro molto, Kathryn Bigelow, è una delle mie registe preferite, apprezzo i suoi film per la realtà e per la verità e la crudeltà con cui racconta le storie di vita nei suoi film già in the hurt locker mi aveva stupito, mi aspettavo il solito film di guerra e invece, era uno dei migliori mai fatti, dove si raccontava la vita e la storia di un soldato e non la guerra in se, in questo caso non è da meno grande la sua regia, ma grande anche l'interpretazione di Jessica Chastain che è proprio entrata nel personaggio riuscendo a interpretare pienamente e nel dettaglio la vita di 10 anni di un analista della CIA in soli 157 minuti come riesce a passare dai lati piú "comici" ai coinvolgimenti personali allo stress fisico e psicologico che ha passato l'agente della cia nella caccia di un fantasma, è stato davvero eccezionale e rendeva il personaggio reale e non fittizio, credo che si sarebbe meritata l'oscar per l'interpretazione data, detto questo come al solito recensione perfetta, film merita ma deve piacere il genereù piccolo appunto :P zero dark thirty in gergo militare americano indica un ora buia dopo la mezzanotte e mezza, ma nella traduzione italiana perde molto, ultime note si parla di un prequel di questo film ma stavolta a seguire le gesta dei "canarini" i seals della missione da tora bora del 2001 fino alle missioni nelle terre tribali del 20100

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